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Salvaguardare l’opinione e la libertà dei singoli o preservare il benessere della totalità degli individui?
I due valori si stanno rivelando inconciliabili e le istituzioni non hanno alternative al trovare il minore dei mali. Questa è la storia dei nostri giorni; non qui nella nostra piccola Italia ma ovunque nel mondo.
Il virus, che tiene in ostaggio il pianeta da quasi due anni, vince con la forza di una comunione di intenti tra le varianti che lo caratterizzano e grazie alla frammentarietà di vedute da parte degli avversari. Il virus muta e colpisce con il fine di replicarsi. Gli umani si ammalano e talvolta muoiono, indecisi sul da farsi, senza fidarsi gli uni degli altri e soprattutto senza aiutarsi tra loro.
Il virus Omicron fa squadra con la versione Delta, senza rancore e senza rinfacciargli di essere migliore o peggiore. Gli umani, al contrario, si dividono in quelli che hanno scelto di credere nella scienza e negli altri, che pensano di sapere qualcosa che la scienza stessa gli tiene nascosto, o più semplicemente ritengono più dignitoso avanzare teorie evolute piuttosto che ammettere di avere paura.
I primi, i creduloni degli scienziati, non parlano, accettano il verbo di chi ne sa più di loro.
I secondi, non stanno mai in silenzio, spiegano di continuo le loro dottrine, avanzano esempi di casi mortali e soprattutto ignorano qualsiasi forma di evidenza statistica e scientifica.
Con una piccola variazione a un famoso motto: ammazzarne uno per spiegarne cento (mila! Approssimazione ampiamente per difetto, solo per rispettare il motto di cui sopra).
Molte metafore, più o meno esilaranti, hanno infatti popolato il web, evidenziando come alcune considerazioni avanzate dal popolo del “non ci credo” siano talmente inverosimili da divenire incontestabili. D’altronde il limite di ogni contraddittorio è la coerenza e l’evidenza. Cosa riuscireste a dire a un uomo che sostenga fermamente che il cielo non è azzurro ma bianco, perché in quel momento sta passando una colomba? Peraltro il vostro silenzio fornirebbe all’interlocutore l’illusione che voi non parliate perché non abbiate nulla da dire, che in fondo è anche vero, ma non per mancanza di argomenti, ma per l’impossibilità di spiegare ciò che dovrebbe essere ovvio.
Finché parliamo di un’opinione sul colore del cielo, poco male, per me lo potrebbe vedere anche marrone e lasciarmelo godere in azzurro. Il problema nasce quando a causa di un presunto cielo bianco, tutti, me incluso, fossimo costretti a non uscire di casa o a finire in ospedale.
Ovviamente il covid non è colpa di chi rifiuta il vaccino, ma mi è impossibile non pensare che una parte della responsabilità del non debellarlo risieda in chi ha fatto scelte diverse dalle mie. Se poi queste scelte finiscono per influenzare completamente la mia vita, fatico allora a essere comprensivo verso la paura, i dubbi e tutto il resto, a cui peraltro non sono ovviamente immune.
Chiaramente non esonero i potenti e le società farmaceutiche dalle responsabilità di non aver affrontato il tema con delle logiche diverse da quelle del profitto, ma ciò è fuori dalla mia portata e dalle mie frequentazioni.
Non si può giustificare Nino (nome di fantasia utile più avanti) per non aver fatto il vaccino perché la Pfizer a sua volta ha commesso degli errori più grandi. Anche perché quest’ultima comunque in qualche modo mi sta dando una mano, Nino no(nome scelto per questo effetto balbuzie). 
Un conoscente su Facebook ha citato Gaber quando cantava ‘Libertà non è avere un’opinione, libertà è partecipazione’. Mia sorella ha postato la scena del Ragionier Fantozzi quando per salire sull’autobus si attacca all’ultimo passeggero su di esso e uno dopo l’altro vengono giù tutti fino a svuotare il mezzo.
Ecco, oggi dovremmo essere tutti liberamente su quell’autobus, che per semplicità chiamerei mondo, a fare delle scelte condivise, che prescindano dal denaro e dalla paura.
Non si tratta più di riconoscere il valore del vaccino, si tratta di condividere un destino comune, perché se tra dieci anni, come conseguenza di questa vaccinazione, dovessi sfoggiare delle elegantissime corna, mi piacerebbe che le avessimo tutti, con buona pace dei tifosi allo stadio.